martedì 8 gennaio 2013

INTERVENTO DI VITO GAMBERALE AL PROGRAMMA RADIOFONICO "ZAPPING", RADIO 1. LA TELEFONIA MOBILE COMPIE 40 ANNI.

INTERVIEW WITH VITO GAMBERALE ON RADIO 1'S "ZAPPING" RADIO PROGRAMME. THE 40TH ANNIVERSARY OF MOBILE TELEPHONY SYSTEMS (Read in english)

Giornalista: Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i – Fondi italiani per le infrastrutture ed ex amministratore delegato di SIP e di TIM poi, tra il 1991 e il 1998, gli anni del boom della telefonia mobile in Italia. Benvenuto.


Vito Gamberale: Buonasera.


Giornalista:  Quelli sono stati gli anni della prima introduzione del telefonino in Italia, nel 1992, se non sbaglio, è partito il Gsm; che ricordi ha lei di quelle sfide, di quella fase, di quelle battaglie?


Vito Gamberale : Il Gsm è partito nel 1995; nel 1991 facemmo partire il TACS in Italia, una tecnologia precedente, che consentiva di parlare solo all’interno del Paese, mentre il Gsm consente il roaming, cioè la possibilità di parlare anche con gli altri Paesi, con l’estero quindi.
Attorno allo sviluppo della telefonia mobile in Italia è stata creata una sorta di agiografia, una simbologia epica che tende sempre a personalizzare meriti, io invece ci tengo a dire che quello fu il merito di un gruppo industriale, la STET e la SIP, oggi Telecom Italia. Un merito di un team di uomini guidati da Ernesto Pascale, un personaggio illuminato, un uomo che guidò lo sviluppo delle telecomunicazioni nel Paese e che poi, come ricompensa, fu cacciato da STET perché questo Paese, mi consenta di dire, a volte i propri eroi li ricompensa punendoli. 
Io in quel periodo ebbi quella fortuna di prendermi la responsabilità dello sviluppo della telefonia mobile e di crederci, di credere che avremmo potuto fare qualcosa di grande per l’azienda e di grande per il Paese.


Giornalista:  E stato un po’ un pioniere su questo.


Vito Gamberale : Noi avemmo la fortuna di poter trovare una “killer move”, cioè un’azione, un’iniziativa che ci consentì di dare alla telefonia mobile uno sviluppo importantissimo, inimmaginabile: la carta prepagata. Noi introducemmo la carta prepagata per primi in Italia e per primi in Europa, perché è sempre bene ridare a Cesare quel che è di Cesare. Di tutti gli insegnamenti di ingegneria ricordo uno professore in particolare, che ci diceva che un ingegnere deve saper copiare, e quindi ci aveva insegnato ad individuare la soglia più avanzata per poterla utilizzare e fare qualcosa di nuovo.


Giornalista:  E da dove avete copiato?


Vito Gamberale : Noi abbiamo copiato, inimmaginabile, dalla Colombia, che aveva ghettizzato l’utilizzo della telefonia mobile per i presunti frodatori dandogli una scheda prepagata, come in Italia c’era una scheda prepagata per la telefonia pubblica. Quindi in Colombia era un simbolo di ghettizzazione; noi invece la rielaborammo per farne un simbolo di massa e quindi copiammo qualcosa che era utilizzato in maniera molto circoscritta, in un Paese molto particolare, per farne un prodotto di massa.


Giornalista:  In breve poi l’Italia è diventato uno dei primi Paesi, per penetrazione della telefonia mobile.




Vito Gamberale : Secondo me, l’anno della decade col 3 è veramente fortunato per la telefonia mobile: nel 1973 la prima telefonata mobile, nel 1983 il primo telefono mobile venduto, quindi comincia il marketing della telefonia mobile, nel 1993 in Italia si supera 1 milione di utilizzatori, che sembrò una cifra enorme; oggi su 61 milioni di abitanti ci sono oltre 90 milioni di apparecchi e abbiamo una penetrazione del 151%, cioè significa che ogni abitante ha e/o utilizza un apparecchio e mezzo. La penetrazione in Europa è il 130%: rimaniamo quindi uno dei Paesi in testa all’utilizzo della telefonia mobile, insieme alla Finlandia e al Portogallo.


Giornalista:  Una domanda da un ascoltatore.


Ascoltatore: Io sono recentemente passato da una ricaricabile ad un abbonamento; mi potrebbe spiegare cos’è la tassa di concessione governativa che si paga ancora oggi.


Vito Gamberale : Questa tassa è stata introdotta nel 1993 per tassare un bene di lusso, il telefonino era considerato un bene di lusso e a quell’epoca c’erano solo gli abbonamenti. Se vogliamo, la carta prepagata fu anche una maniera per bypassare questa tassa. Poi le tasse purtroppo in Italia rimangono anche se i prodotti rimangono di massa; inutile dire che nella benzina ci sono ancora le Accise per il terremoto del Belice. Di sicuro è una di quelle tassazioni improprie, che dovrebbero essere tolte, perché è come mettere una tassa sull’utilizzo della bicicletta, un prodotto di comune uso.


Giornalista:  Lei ora non è più nel business delle comunicazioni ma è rimasto sicuramente molto attento alle evoluzioni; secondo lei, secondo le sue esperienze, quali sono le sfide future e i traguardi che possiamo aspettarci nel campo.


Vito Gamberale : Di sicuro il telefono mobile, oggi, consente di avere a disposizione internet senza il computer. Come lo stesso Martin Cooper dice tutt’ora, il cellulare viene inteso come uno strumento per parlare, ma invece sarà sempre più percepito come uno strumento che fornisce dati, informazioni, che eroga sevizi, cosa che sta accendo.


Giornalista:  Quindi anche di pagamenti elettronici, si commercio elettronico?


Vito Gamberale : Certo, anche pagamenti elettronici. Tendiamo sempre più a dematerializzare la moneta e quindi il telefono mobile sostituirà la carta di credito, le carte prepagate, il bancomat; consentirà secondo me anche l’identificazione della persona, perché se il sogno di Martin Cooper era che ad un neonato bisognasse collegare un numero di telefono io penso che il telefono mobile farà qualcosa di questo genere, identificherà la persona nella sua globalità e probabilmente limiterà anche la frode del furto d’identità.


Giornalista:  Lei quanti cellulari ha in questo momento?


Vito Gamberale : Ne ho due, rientro nel terzo quartile, quello immediatamente dopo la media.


Giornalista:  Ci fornisce un ricordo di quelle sfide, quegli anni, una soddisfazione che lei ha avuto in particolare?


Vito Gamberale : Un ricordo particolare ce l’ho quando premiammo il primo milionesimo utente della telefonia mobile, cercammo di sceglierlo rappresentate di una categoria professionale di grande necessità per la società e magari non abitante in una città, e quindi scegliemmo un eccellente medico di un paese di montagna, San Vito di Cadore: è stato il simbolo del milionesimo utente della telefonia mobile in Italia. Quell’episodio mi è rimasto molto impresso; partecipò a questa premiazione anche l’allora presidente dell’Iri, Prodi, il quale stesso pensava che avessimo raggiunto una soglia che non sarebbe potuta essere superata. Poi invece arrivò il 3, 5, 8 milioni e adesso siamo ai 90 milioni.


Giornalista:  Ma quanto è merito, per questa apertura al mercato, anche della concorrenza, l’arrivo di quella che si chiamava Omnitel?


Vito Gamberale : Senz’altro c’è stato un grande merito, come noi pensavamo. Omnitel scalpitava, voleva addirittura che rallentasse il mercato perché voleva che attendesse la sua discesa in campo. Noi invece eravamo consapevoli che di sicuro il mercato sarebbe stato immenso. Io mi ricordo che quando dissi che anche i bambini avrebbero avuto il telefono mobile semplificato per poter comunicare con la mamma, per potersi non sentire lontani dalla famiglia all’asilo ci fu un’interrogazione parlamentare che denunciò come una provocazione il fatto che un bambino avrebbe potuto avere il telefono mobile. Questo fa parte del progresso che poi lo strumento ha avuto ma io lo ricollego allo sviluppo dell’auto, dell’utilitaria degli anni ’50, allo sviluppo degli elettrodomestici; questo è stato più rivoluzionario ma appartiene a quella categoria. Devo dire che l’Italia a volte vive dei grandi primati e nel momento in cui vive questi grandi primati non ha la percezione di viverli, perché l’Italia è un Paese in cui si leggono solo le notizie negative, le notizie positive, non facendo notizia, non vengono diffuse. Io penso che se un altro Paese in Europa avesse avuto lo sviluppo d’avanguardia che demmo noi in Italia alla telefonia mobile, si sarebbe proposto come la NASA europea nella telefonia mobile. Invece in Italia chi fece questo fu poi tacciato per “boiardo di Stato”: è vero che l’ingresso della concorrenza diede una spinta ma è pur vero che Telecom Italia, che proveniva dall’azienda pubblica, fu quella che poi fece un contropiede micidiale con l’introduzione della carta prepagata, e lasciò il “new comer”, cioè l’allora Omnitel, a 100 abbonamenti al giorno quando noi ne facevamo 100 mila. Non perché eravamo dominanti ma perché, nel frattempo, avevamo preparto una killer move che fu la carta prepagata: fu un periodo epico e io amerei che il nostro Paese potesse vivere questi “pionerismi” rispetto agli altri Paesi, e ne potesse godere, vantarsene, anche per darsi spinta ed emulazione perché anche oggi in Italia ci sono degli esempi molto importanti che dovrebbero inorgoglire il Paese ma che invece non vengono vissuti come tali.


Giornalista:  Un’altra domanda da un ascoltatore.


Ascoltatore: Quello che dice l’ingegnere è molto bello; io aggiungo che bisognerebbe ricordarsi che questa innovazione è dovuta ad un grande italiano che si chiama Guglielmo Marconi perché è dal telegrafo lo sviluppo del cellulare. Credo che culturalmente sia importante e bello ricordarsi anche di lui. Cosa ne pensate?


Vito Gamberale : Io sono pienamente d’accordo con lei perché di sicuro il telefono mobile altro non è che una radio a transistor che oltre a ricevere può anche trasmettere; è una visione semplificata ma è così. Quindi di sicuro lei ha perfettamente ragione ma questo che lei dice conferma ciò che io sottolineavo, che l’Italia non cura l’immagine dei propri prodi, pionieri perché in un altro Paese di Marconi si sarebbe fatto un imperituro eroe mentre in Italia stentatamente viene ricordato, ha perfettamente ragione.


Giornalista:  Tra l’altro, ingegnere, non abbiamo ricordato un altro killer mover, come dice lei, ossia gli SMS, che sono partiti in sordina e poi hanno avuto un’esplosione incredibile.


Vito Gamberale : E’ una bella considerazione quella che fa lei; a me piacciono molto i numeri: in Italia si consumano 140 miliardi di minuti di traffico telefonico all’anno e si inviano 100 miliardi di SMS all’anno, cioè poco più di 4 SMS al giorno per persona. E’ un numero importante, se noi pensiamo che ci sono compresi bambini e anziani…


Giornalista:  E poi c’è stato un periodo in cui si parlava di videochiamata, con il lancio dell’Umts, però non ha avuto il successo sperato; come mai secondo lei?


Vito Gamberale :Il videotelefono, anche fisso, non ha avuto mai un appeal, perché il telefono coniuga la comunicazione con la privacy e quindi consente di parlare più liberamente che non vedendosi e quindi consente, in un certo senso, anche ai timidi di esprimersi.


Giornalista:  Ringrazio, per essere stato con noi a ricordare quegli anni epici, l’ingegner Vito Gamberale. Buona serata.


Vito Gamberale : Buona sera a lei e a tutti gli ascoltatori.